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I primi mille giorni dal concepimento

L’importanza dei primi mille giorni dal concepimento

Numerose evidenze scientifiche confermano la teoria delle developmental origins of health and disease (DOHaD), chiamata anche “ipotesi di Barker”. Secondo tale teoria, la salute della vita adulta di ciascun individuo sarebbe influenzata dal percorso di sviluppo vissuto durante la vita fetale, il periodo neonatale e i primi due anni di vita. Di qui l’importanza dei fattori epigenetici, e in particolare della nutrizione, dal periodo preconcezionale fino ai due anni di vita.

Il grembo materno è più importante della casa

Quello che sappiamo oggi è che, verosimilmente, il periodo più importante nella vita di un individuo è rappresentato dal tempo trascorso nel grembo materno. “Il grembo materno è più importante della casa”, scriveva Barker. Nel periodo di vita intrauterina, madre e feto si scambiano segnali, una sorta di “SMS biologici”, con una continua e intima relazione bidirezionale materno-fetale, ma a tutt’oggi ignoriamo le modalità e la portata di questi meccanismi.

Più domande che risposte

Numerosissimi sono gli interrogativi che necessitano di essere esplorati e approfonditi:

  • in quali condizioni il feto è sicuro e protetto?
  • come potrebbe reagire ai farmaci eventualmente somministrati alla madre?
  • che cosa assorbirà del nutrimento materno?
  • nascerà in una situazione di abbondanza o di scarsità nutrizionale?
  • quali sono le condizioni in cui il contesto ambientale potrà ritenersi appropriato?

E queste sono solo alcune domande di partenza, perché in realtà la vita fetale costituisce un territorio di indagine in gran parte ancora vergine.
In termini generali, sono decisivi i primi 1.000 giorni dal concepimento: anche se la vita cronologica inizia dalla nascita, si tratta comunque di 1.000 giorni di vita biologica e la nutrizione in questo periodo ricopre un ruolo strategico. Infatti, se un ruolo importante è ricoperto dalla genetica, un ruolo altrettanto, se non più rilevante, è agito dall’ambiente (nature e nurture).

La dieta mediterranea in gravidanza

È stato dimostrato che le donne che si attengono regolarmente alla dieta mediterranea nel periodo periconcezionale hanno un rischio minore, rispetto alle donne che assumono una dieta diversa, di avere feti malformati o con ritardo di crescita.
Uno studio norvegese conferma che una dieta con buoni livelli di frutta e verdura, di pesce e con molta acqua riduce significativamente il rischio di parto pretermine. Thomas Edison (l’inventore della lampadina) prevedeva che i medici avrebbero curato e prevenuto le malattie con l’alimentazione. Ovviamente la qualità dei cibi è di estrema importanza e occorre considerare i livelli di contaminazione dell’ambiente con sostanze tossiche.

Che cosa è la DOHaD?

Anche in Italia esiste una Società Scientifica, la SI-DOHaD (Società Italiana-DOHaD), che studia queste tematiche.

Scientific School 2017 in Sardegna

Tra il 20 e il 23 settembre 2017 si è svolta a Pula, in provincia di Cagliari, la Scientific School intitolata “Prendersi cura dei bambini – Dieta mediterranea nei primi 1000 giorni di vita. Una vita in salute“.