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Luigi XIII bambino: il diario del medico personale, la scarsa igiene e la dieta troppo nutriente

Il medico personale annotava le attività e la dieta di Luigi XIII

A Luigi XIII, figlio di Enrico IV, fu assegnato un medico personale fin dalla sua nascita, nel 1601. Per 26 anni, il dottor Jean Héroard annotò ogni giorno le sue osservazioni sulla salute e la dieta del bambino, di cui era responsabile. Queste 11.000 pagine costituiscono il documento medico più completo su un personaggio storico e forniscono una testimonianza unica sull’educazione di un principe nella sua prima giovinezza. Si tratta di brevi appunti accompagnati dall’‌annotazione della data e dell’‌ora (approssimata alla metà del quarto d’ora, la massima precisione consentita a quell’epoca). La registrazione sistematica delle attività del bambino, del suo menù e dei suoi giochi è molto ripetitiva, ma anche infinitamente preziosa per uno studio statistico. Inoltre, due livelli si intrecciano in questo Journal : da una parte, le informazioni biologiche sul polso o le feci; dall’altra, i fatti, i gesti, le parole del bambino, foneticamente trascritti, che rivelano la genesi di un linguaggio e di una personalità.

Scarsa igiene

Il Journal di Héroard è prima di tutto un libro sulla salute. Responsabile della salute del prezioso bambino, il medico annota le sue osservazioni senza abusare di un vocabolario professionale. I mali che affliggono il suo giovane paziente preoccuperebbero anche i genitori di oggi. Oltre a raffreddori tradizionali, febbre e mal di denti, dominano le affezioni dermatologiche: arrossamenti, pidocchi, ma anche la scabbia, le cui croste ricoprono il volto del piccolo principe. Del resto, non si fa il bagno al bambino, né lo si lava mai! Se proprio, a volte gli si sfrega il viso con un panno umido. Sotto questo aspetto, non c’è molta differenza tra il principe e i figli del popolo. Non dobbiamo vedere in questa mancanza d’igiene un segno d’incuria: la gente d’allora temeva i danni dell’acqua, che era considerata – a quel tempo, giustamente – il vettore di tutti i tipi di malattie possibili.

Una dieta troppo nutriente

Se non veniva lavato, almeno Luigi XIII era abbondantemente nutrito. Héroard si applica in maniera sistematica a rilevare e annotare ciò che ingurgita il suo protetto. I pasti sono piccole cerimonie di un’ora, in cui il bambino mangia da solo in presenza del suo entourage. Nessuna costrizione: egli si serve liberamente dai 6 o 7 piatti che gli vengono presentati. Il pane, anche se occupa un posto importante, conta molto meno nei suoi pasti che per il resto della popolazione. Luigi XIII inizia molto precocemente a bere del vino mescolato con acqua, che sicuramente era inquinata, ma che nessuno pensava di far bollire. Soprattutto, come tutti gli aristocratici, il bambino consumava una quantità straordinaria di carne, eccetto che nei periodi di astinenza per motivi religiosi, che gli venivano fatti scrupolosamente rispettare. Si trattava di carni bollite piuttosto che arrostite, di pollame piuttosto che di carne bovina, di frattaglie piuttosto che di selvaggina. Due lussi veramente regali adornano inoltre la tavola del principe: frutta mediterranea (arance, limoni, meloni, mandorle) e zucchero, sotto forma di confetture e gelatine di frutta.

Disturbi intestinali

Attento tanto a ciò che il bambino mangia, quanto a ciò che evacua, Héroard registra osservazioni esperte sugli escrementi del giovane principe ed è lieto quando sono “lodevoli e abbondanti”. È vero che, come gli altri medici del suo tempo, Héroard basava le sue diagnosi soprattutto sull’‌esame delle feci e delle urine, ma è anche vero che Luigi XIII soffrì di problemi intestinali tanto importanti da causarne la morte nel 1643, all’età di 42 anni. Alla luce delle descrizioni dell’epoca, gli studiosi oggi propendono ad identificare la malattia di Luigi XIII con il morbo di Crohn.

Una giornata del piccolo Luigi XIII, dal Journal di Jean Héroard

[1608]. Sveglia a sei ore dopo mezzanotte. Alle sette, alzato, vestito. Pregato Dio. Alle otto e mezza, colazione: brodo – pane, poco – burro, poco.
Giocato. Condotto a messa. Di là al nuovo edificio.
[…]
Alle undici e mezza, pranzo: cappone bollito, lombo di manzo – minestra, poca – vitello: punta di petto, animelle su fette di pane – burro – una porzione di vitello – due porzioni di pernice – gelée – mele cotte, zuccherate – burro.
Giocato, portato in giardino. Alle due e mezza, merenda: cinque porzioni di marzapane – non ha voluto bere.
Poco dopo, ricondotto. Tiro con le pistole che il Principe di Galles gli ha inviato. Alle sei, arrivo io. Era sul punto di sedersi a cena. Corre di fronte a me e mi fa l’onore di saltarmi al collo, abbracciandomi forte […] ”.